Sulle orme di Milon

SuperEroe n° 1 – Seconda Parte
Sulle orme di Milon: il Salento e Crotone

Milone visse nel VI sec. a.C. nella Magna Grecia, cuore del Mediterraneo, nel Sud dell’Italia.

Oggi andremo dunque a scoprire il Salento, in Puglia, le cui coste erano quelle più vicine alla sua madre-patria, l’antica Grecia!

Ci sposteremo poi in Calabria, nella splendida Crotone, la patria di Milon!

Per chi invece si è perso la Prima parte con la presentazione del Nostro SuperEroe, può leggerla cliccando  Qui

 

VIAGGIO STORICO SULLE ORME DI MILON

IL SALENTO

 

Una terra straordinaria la Regione Puglia, da sempre crocevia di popoli e crogiolo di culture diverse. Per gli antichi rappresentava la “FinibusTerrae”, la fine della Terra!

La zona più a Sud della Puglia, il Salento, proprio per la sua posizione geografica (la parte più a Oriente dell’Italia, di fronte alla Grecia e all’Albania) è straordinariamente ricca di testimonianze elleniche.

A partire dall’VIII sec. a.C., la navigazione dai porti greci verso le nuove poléis della Magna Grecia avveniva “sotto costa”. Per questo motivo lungo le vicine coste del Salento sorsero degli scali marittimi greci utili per i rifornimenti e per il commercio di tantissimi prodotti.

E’ bello, durante questo percorso, pensare ai tanti viaggi fatti da Milon e dai suoi compagni greci dalla madre-patria alle terre del Sud Italia…

Chi dunque desidera fare un salto indietro nel tempo di più di 25 secoli, non può che iniziare visitando questo incantevole territorio.

 

5 posti Storici della Magna Grecia da Visitare nel Salento:

 

1 – Taranto

Il nostro viaggio nel Salento inizia dal Mar Ionio, su cui si affaccia la maggiore città ellenica della Megale Hellas o Grande Grecia: Taranto, che fu fondata dagli Spartani nel 706 a.C.In quell’anno, un nutrito gruppo di coloni greci provenienti dalla Laconia sotto il comando del  prode Falanto prese d’assalto la città di Taras, abitata dalla locale popolazione dei Iapigi, e la conquistò.

Nella prima metà del V secolo a.C. fu costruita una nuova cinta difensiva e fu eretto un imponente tempio sull’acropoli dedicato poi a Poseidone, il dio del mare.

Ancora oggi, accanto al Castello Aragonese (sito sull’isolotto della città vecchia, collegato al resto degli agglomerati urbani da 2 ponti, uno dei quali girevole per permettere il transito di grosse navi),

si può visitare ciò che resta di quel tempio: due massicce colonne doriche.

Nel 303 a.C., allo scopo di frenare l’espansione di Taranto, i vicini Lucani si allearono con Roma.
Taranto, per resistere alla potenza romana, strinse un’alleanza con Pirro, Re dell’Epiro e nipote di Alessandro Magno.
I successi iniziali degli Epiroti si debbono alla presenza degli elefanti da guerra, formiodabili animali sconosciuti fino ad allora ai Romani e da questi soprannominati “buoi lucani”.
Pirro, tuttavia,alla fine fu sconfitto a Malevento (che dopo quell’episodio fu ribattezzata Benevento) e si ritirò in Grecia dove morì poco dopo.

A seguito di questi conflitti e proprio con la presa di Taranto, nel 272 a.C. la Magna Grecia divenne definitivamente romana.
Tutto ciò che ornava Taranto (statue dell’arte greca, oggetti preziosi, pregevoli affreschi e qualsiasi oggetto di valore) fu inviato a Roma insieme a schiavi “di prestigio” come matematici, filosofi e letterati.

Nel periodo di massimo splendore dell’oreficeria della Magna Grecia, Taranto era diventata il principale centro di produzione orafa.
L’antica storia di Taranto è raccontata attraverso le pregevoli raccolte del Museo Nazionale Archeologico della città.
Qui si possono ancora ammirare vasi, statue, ritratti, mosaici, gioielli, terracotte, iscrizioni, monete e frammenti di affreschi dell’epoca ellenistica.

Solo visitando questo sito si può avere una certa percezione della forza e dell’importanza che rappresentava questa straordinaria polis nell’antichità.

 

2 – Gallipoli

 

Proseguendo nel Mar Ionio e scendendo più a Sud, si giunge a visitare Gallipoli, in Provincia di Lecce, il cui nome deriva dal greco “kale polis” che vuol dire “città bella”.

 

La città è sita lungo la costa occidentale del Salento ed è divisa in due zone ben distinte: il centro storico, che sorge su di un’isola di natura calcarea, e il borgo nuovo, collegato all’isoletta mediante un ponte in muratura risalente al XVII secolo.

Secondo una leggenda, il fondatore di Gallipoli sarebbe il cretese Idomeneo che vi naufragò con la sua nave nel 1050 a.C.

Fonti più attendibili attribuiscono, però, la sua fondazione nell’ VIII secolo a.C. allo spartano Leucippo che, vista la bellezza e prosperità del luogo, decise di stabilirvisi insieme al suo equipaggio.

A Gallipoli, al termine della città moderna, nelle vicinanze del Castello Angioino e del ponte che congiunge il borgo nuovo alla città vecchia, si erge ancora la fontana greca, la più antica fontana d’Italia.

Si dice sia stata costruita intorno al III secolo a.C. nel periodo della Magna Grecia.

Questo monumento presenta due facciate: quella rivolta a Sud, la più antica, e l’altra a Nord d’età settecentesca. Sulla prima facciata è rappresentata una storia tratta dalla mitologia classica con un’iscrizione latina di commento: ne sono protagoniste tre ninfe (Dirce, Salmace, Biblide) trasformate in fonti dagli Dei. Sul fregio sono raffigurate alcune scene della fatica di Eracle (Ercole per la mitologia romana), in cui l’eroe mitologico combatte contro il leone di Nemea.

La seconda facciata, invece, terminata nel periodo del dominio aragonese in Salento, riporta le insegne del sovrano spagnolo Carlo III di Borbone e lo stemma della città.

Lasciando Gallipoli e doppiando il capo di Leuca, si entra nel Mar Adriatico.

 

3 – Santa Maria di Leuca

 

A fare da spartiacque tra l’Adriatico e lo Ionio, incontriamo Santa Maria di Leuca.

 

Leuca è un nome che deriva dal greco λευκός (leukós), cioè “bianco”, probabilmente dovuto al colore delle sue rocce perpendicolari sul mare.
Più precisamente, si intende per Santa Maria di Leuca la zona sopra il promontorio su cui attualmente si trovano la Basilica e il faro.

Il promontorio di Leuca, compreso tra Punta Meliso e Punta Ristola, è stato da sempre importante perché punto estremo di riferimento e scalo marittimo obbligato per chi dall’Oriente si dirigeva verso le poleìs della Magna Grecia.
Qui si sono fermati i Cretesi, i Fenici e poi i Greci. Difatti, all’interno di alcune grotte costiere, si trovano diverse iscrizioni in varie antiche lingue.

La presenza dei Greci fu molto importante per Leuca. Furono essi a costruire sia sul promontorio sia in certe cavità naturali alcuni luoghi di culto dedicati ai loro dei.
Nei pressi di una di queste cavità che danno sulla costa, localmente conosciuta come Grotta Porcinara, che si apre sul versante orientale di Punta Ristola, sono stati rinvenuti i resti di una grotta-santuario presso cui i fedeli giungevano direttamente dal mare attraverso scalinate e terrazzi intagliati nella roccia.

Ma pure sullo stesso promontorio su cui oggi sorge un maestoso faro erano presenti luoghi di culto ellenici.

Si tramanda che, nel I sec. d.C, san Pietro, in viaggio per Roma, fece tappa a Leuca e da allora un tempio pagano diventò un luogo di culto cristiano e uno dei principali centri di pellegrinaggio dell’età antica e medievale.

Fu dedicato alla Vergine: e infatti, attualmente, lì sorge la Basilica di Santa Maria de Finibus Terrae.

Da Punta Ristola, il punto più a Sud del Salento, subito dopo il muraglione del porto è possibile osservare la linea di demarcazione tra il Mar Ionio ed il Mar Adriatico.

E proprio sul mar Adriatico si apre un’altra splendida località marittima: Castro Marina, la “perla del Salento”.

 

4 – Castro

Castro è un caratteristico villaggio di pescatori ubicato lungo la costa orientale della penisola salentinae incastonato in un’insenatura dove è sito, circondato da un muraglione, lo spettacolare porto naturale.

 

Il Comune è formato dall’abitato principale, che si staglia sulla sommità di un promontorio a quasi 100 metri sul livello del mare, e dalla parte bassa, chiamata Castro Marina, sorta proprio intorno al porto.

Il nome deriva dal latino Castrum (accampamento) mentre l’insediamento prese il nome di Castrum Minervae per la presenza di un antichissimo tempio greco consacrato alla dea Minerva.
In epoca ellenistica, dalla Magna Grecia del  IV secolo a.C. e fino alla dominazione romana del 123 a.C., tutta l’area intorno al porto di Castro divenne un’ampia cava di estrazione di blocchi calcarenitici necessari a realizzare l’imponente fortificazione dell’Acropoli superiore.

Il poeta Virgilio, nell’Eneide, colloca il primo approdo di Enea in Italia a Castrum Minervae, proprio in quel piccolo porto naturale sul cui promontorio si ergeva il maestoso tempio consacrato a Minerva.
Gli scavi del 2007, che hanno interessato proprio l’acropoli di Castro, hanno portato alla luce le tracce del santuario.

E’ stato, inoltre, rinvenuto il busto della statua dedicata alla dea, alta più di 3 metri, insieme ad altri frammenti di quella magnifica opera d’arte greca.

Si può oggi visitarlo, insieme a tutte le testimonianze storiche dell’antichità del luogo, nel Museo  cittadino sito all’interno del castello normanno.

Ancora più antiche, preistoriche, sono le grotte naturali vicino a Castro.
La grotta Zinzulusa rappresenta una delle più interessanti manifestazioni del fenomeno carsico nel territorio salentino.

Grotta Romanelli, una grotta costiera posta nelle vicinanze della grotta Zinzulusa, è stata invece la prima grotta in Italia a restituire resti d’arte risalenti al Paleolitico.

 

Proseguendo sulla Litoranea verso Santa Cesarea Terme, prima di arrivare ad ammirarne le grotte sulfuree, ci si imbatte in bellissime insenature naturali come quella accanto a Porto Miggiano.

5 – Otranto

 

Dopo aver percorso la Litoranea per pochi km più a Nord di Castro, si giunge a Otranto.

Il capo d’Otranto, dove sorge il faro, è chiamato anche Punta Palascìa ed è situato a Sud del centro abitato.

E’ il punto geografico più ad Est della penisola italiana.

Otranto (Hydroûs in greco classico, Hydruntum in latino, dal nome del torrente Hydrus nella cui vallata sorge la città) sorge nella Valle dell’Idro, piccolo ruscello il cui percorso si snoda interamente nel territorio comunale e sfocia nel porto, nei pressi dei giardini pubblici.

La città fu inizialmente popolata dai Messapi (di cui nel 1995 sono state scoperte le mura e una porta della città), antica popolazione illirica precedente ai Greci che successivamente la conquistarono. Otranto entrò nella Magna Grecia, ma in seguito cadde nelle mani dei Romani diventando presto municipio.

Poi il dominio passò ai Bizantini e successivamente agli Aragonesi.

 

La città fu assediata e saccheggiata nel 1480 dai Turchi che commisero una stragedi Cristiani decapitando ben 800 martiri (oggi Santi protettori della città e della diocesi).

L’importanza e la posizione geografica strategica del suo porto le fece storicamente assumere il ruolo di ponte fra l’Oriente e l’Occidente.

Il centro abitato si sviluppò, invece, attorno all’imponente castello e alla cattedrale normanna, costruita fra il 1080 e il 1088.

All’interno di detta cattedrale nel 1095 fu impartita la benedizione ai dodicimila crociati che, al comando del principe Boemondo I d’Altavilla (1050-1111), partirono con la Prima Crociata per liberare e proteggere il Santo Sepolcro a Gerusalemme.

 

Grecìa Salentina: Martano

 

il nostro viaggio nella Puglia salentina si conclude con la visita ad un’area della Provincia di Lecce denominata Grecìa Salentina.

 

Essa si compone di 9 comuni: Calimera, Castrignano dei Greci, Corigliano d’Otranto, Martano, Martignano, Melpignano, Soleto, Sternatia e Zollino.

 

E’ incredibile come ancora oggi, a distanza di centinaia di anni e dopo tante dominazioni, sia ancora presente in Italia un’isola linguistica, tradizionale e culturale di stampo ellenistico.

Sull’origine di queste comunità ellenofone i glottologi non sono tutti concordi, in verità.

Due le teorie principali: una che fa riferimento ad un collegamento con la Magna Grecia e un’altra con il periodo della dominazione bizantina.

Nella Grecìa Salentina si parla il Griko, un idioma molto affine al greco moderno.

 

Il più grande Comune della Grecìa Salentina è Martano.

Nel centro abitato della cittadina è possibile ammirare il “Menhir del Teofilo” risalente al primo periodo della colonizzazione greca (intorno all’ VIII sec. a.C.).

Con i suoi 4,70 metri di altezza, risulta essere il più alto monolite della Puglia!

L’itinerario nella Magna Grecia prosegue sulle coste del mar Ionio, in Calabria, la regione in cui andremo a visitare:

CROTONE

la polis del nostro SuperEroe Milon!

La città di Crotone (Kroton, Κρότων in greco antico) fu fondata da coloni greci provenienti dalla regione dell’Acaia nella seconda metà dell’VIII secolo a.C.

Rappresentò uno dei centri più importanti della Magna Grecia. 

Il promontorio urbano era abitato da popolazioni indigene, forse gli Japigi, già nell’età del bronzo e nella prima età del ferro. La fondazione greca di Crotone risale al 708 a.C., come citato da Eusebio di Cesarea nel suo Chronicon.
La fondazione storica della città fu opera degli Achei provenienti dalla montuosa regione dell’Acaia.
Dopo una coesistenza iniziale relativamente pacifica tra le città magnogreche, verso la metà del VI secolo a.C. iniziarono luna serie di discordie che riproducevano a distanza lo scontro tra Atene e Sparta.

 

5 posti Storici della Magna Grecia da Visitare a Crotone:

 

1 – Il promontorio di Capo Colonna

Proprio la caratteristica di limite marittimo facilmente identificabile, rese il capo Lacinio o Capo Colonna, uno dei punti di riferimento più importanti per la navigazione “sottocosta” dell’antichità.

L’appellativo di Lacinio deriva dall’aggettivo greco “Lakistòs” che indica la natura del promontorio che si presenta a picco sul mare tra le rocce frastagliate.

 

E’ ormai accertato che il luogo fosse considerato sacro già prima della venuta dei coloni greci, approdati su questi lidi alla fine dell’VIII secolo a.C., guidati dal mitico condottiero Miscello.

Fu così fondata la grande Kroton.

Il tempio che lì vi trovarono, era dedicato ad una divinità femminile indigena che gli Elleni si guardarono bene dal disturbare, anzi ne rafforzarono il culto identificandola con la dea Hera.

Sul promontorio sorge oggi anche un piccolo santuario bianco dedicato alla Madonna di Capocolonna (chiaro accostamento alla dea Hera). Vi si venera un’immagine della Vergine attribuita a San Luca per il colore bruno della pelle, simile alle immagini conservate a Bologna.

Accanto al santuario sorge anche la monumentale torre Nao, risalente al XVI secolo.

Oggi tutta l’area sacra ricade nel Parco Archeologico di Capo Colonna.

 

2 – Tempio di Hera Lacina

Il grande Santuario di Hera Lacinia ruotava intorno al Tempio dorico costruito nel V secolo a.C. sopra un precedente tempio del VII secolo.

L’opera aveva la classica forma dei templi greci: un imponente complesso di 48 colonne in stile dorico alte oltre 8 metri e costituite da 8 rocchi scanalati.

La copertura del Tempio era stata realizzata con lastre e tegole del pregiatissimo marmo dell’isola di Paros, utilizzato solo per le sculture più importanti.

Oggi, del maestoso tempio dorico rimane la nota colonna superstite, posta sopra un poderoso basamento composto da dieci livelli di blocchi di arenaria.

L’unica colonna che, sfidando i secoli, è rimasta lì in piedi come splendida testimonianza di quell’epoca d’oro.

Il Santuario di Hera Lacinia, secondo tantissime fonti greco-romane, è stato il più importante della Magna Grecia.

Fu la sede della Lega Italiota (costituita dai Greci del meridione d’Italia) nel IV secolo a.C. e rimase sempre una meta di viandanti e pellegrini che nel grande Heraion Lakinion lasciavano doni votivi. Tra i personaggi noti che visitarono il Santuario di Hera Lacinia gli storici menzionano Enea, Alcistene di Sibari, Nosside di Locri, Pitagora di Samo e il pittore Zeusi di Atene.

 

3 – Museo del Parco Archeologico di Capo Colonna

 

Da visitare assolutamente è l’omonimo museo che raccoglie tantissimi reperti provenienti dall’area di scavo del sito archeologico.
Inoltre, diversi relitti affondati a largo di Crotone nell’antichità, hanno restituito elementi architettonici dell’antica città che lasciano immaginare il suo antico splendore.

4 – Museo Archeologico di Crotone

 

I rinvenimenti più importanti dal punto di vista storico e artistico sono invece esposti presso il Museo Archeologico di Crotone, che si trova invece nell’attuale città moderna ai piedi del promontorio di Capo Colonnna.

Nel Museo un’apposita sala ospita il Tesoro di Hera, rinvenuto nella seconda metà del ‘900, che ha come punta di splendore un diadema d’oro che probabilmente incoronava il simulacro della dea, parte dello scettro e un anello in oro, oltre ad altri oggetti di bronzo che raffigurano creature mitologiche di pregevolissima fattura.

 

5  – Statua di Milon

 

L’artista francese Pierre Puget, nel 1682 realizzò una stupenda scultura in marmo intitolata “Milone di Crotone”. L’opera si trova esposta nel Museo del Louvre a Parigi.

Una copia della statua si trova oggi, da qualche anno, nella sua collocazione più naturale: a Crotone!

Infatti, accanto al palazzetto della città, il “PalaMilon”, si erge maestosa la splendida posa plastica del Nostro Supereroe mentre è imprigionato nel tronco di un albero ed è attaccato da un leone.

Leggenda narra che quella fu la fine alla quale fu destinato il Nostro Protagonista di questo lungo ed appassionante viaggio sulle sue orme.

Ed è proprio qui che vogliamo concludere il nostro primo percorso, con la speranza che abbia generato in voi la voglia di conoscere e visitare questi stupendi luoghi della Storia!

Potete proseguire la lettura con una efficace sintesi delle date e degli avvenimenti storici che accaddero dopo Milon ed avere delle anticipazioni sul prossimo Nostro “Supereroe della Storia”!

 

COSA AVVENNE POI…:

479 a.C.: LE POLEIS GRECHE CONTRO I PERSIANI

Non solo Sparta e Atene erano in guerra tra di loro per il predominio sulle altre città-stato greche. Cruenti battaglie erano all’ordine del giorno anche tra le varie colonie della Magna Grecia, come abbiamo visto con Milon e la sua Kroton.

Solo un nemico comune poteva interrompere le ostilità tra le Póleis greche. Ed un nemico molto potente stava per minacciarle tutte.

A Oriente, il re Ciro II (559-529 a.C.) aveva creato il più grande Impero allora conosciuto: l’Impero Persiano.

Nel 520 a.C. il suo successore, Dario I, estese l’impero a Occidente. Verso la Grecia.

Ma fu fermato e sconfitto dagli ateniesi nella battaglia di Maratona nel 490 a.C.

La minaccia, però, non era del tutto scongiurata: a capo di un esercito ancora più potente, il figlio di Dario I, re Serse, invase nuovamente i territori greci 10 anni dopo.

Occorreva l’unità di un Popolo per difendere la Libertà! E il sentirsi ellenici aiutò quest’unione.

Per i Persiani la disfatta avvenne prima via mare a Salamina, dove un il grande generale ateniese Temistocle riuscì nell’impresa di annientare la vasta flotta persiana nonostante la forte disparità numerica. Lo scontro decisivo avvenne, però, via terranel 479 a.C. a Platea, dove una lega delle Poleis greche sconfisse in maniera definitiva l’esercito persiano di re Serse.

Atene divennne in seguito la più potente delle città della Grecia antica. Uno dei suoi più illustri governatori fu Pericle. Costui nei suoi 30 anni circa di potere (dal 431 a.C. al 404 a.C.) favorì lo sviluppo delle arti e della letteratura facendo di Atene il centro culturale più importante dell’epoca.

Il Pensiero e le idee dell’antico mondo greco continuarono in tal modo la loro diffusione…

 

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Continua a seguirci! Nel prossimo post introdurremo il Nostro SuperEroe n° 2:

Horatius Cocles, lo scudo della Repubblica di Roma!

Ci ritroveremo qui sul nostro sito tra breve!

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Buon viaggio nella Storia e buona lettura a tutti!

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